Dr. Florian C. HeydeckerDr. Florian C. Heydecker

Dr. Florian C. Heydecker

Ipercromie complesse: vi racconto il mio metodo

Al medico estetico si rivolgono, con sempre maggiore frequenza, pazienti che presentano ipercromie cutanee nelle aree del corpo a maggiore fotoesposizione, quali viso, collo, decolleté e mani. Sebbene il medico riesca spesso a risolvere molte di queste problematiche, tuttavia restano numerose situazioni cliniche in cui la soluzione non è così immediata, ed il più delle volte nemmeno definitiva. Particolarmente complesso, ad esempio, risulta il trattamento in persone con fototipo, secondo Fitzpatrick, uguale maggiore 4, riscontrabile in soggetti di etnia asiatica, nonché di origine nordafricana oppure centro-sudamericana.

In questi casi il medico ha la necessità di intervenire in situazioni in cui il rischio di esiti discromici è elevato. Una prima ragione è da ricercare nella complessità insita nel meccanismo di pigmentazione cutanea, la melanogenesi, che fa parte del sistema di autodifesa della pelle. Una seconda ragione si riconosce nell’eziologia multifattoriale, intrinseca o estrinseca, che porta ad alterazioni pigmentarie della cute diverse e clinicamente differenti.

Inoltre, il successo terapeutico nella cura delle ipercromie è condizionato non solo dalle cause eziologiche che le hanno prodotte, se l’espressione clinica è dinamica (melasma o cloasma) oppure relativamente statica (lentigo solare), bensì anche dalla profondità degli strati cutanei interessati che decisamente incide nella scelta del sistema e del protocollo terapeutico più idonei da adottare.

Le sorgenti luminose, come i laser, la luce pulsata e i LED, vengono oggi ritenute un mezzo selettivo ed efficace nella terapia delle discromie cutanee. Le lunghezze d’onda specifiche sul cromoforo marrone, come il laser Nd:YAG QS 1064/532nm, la banda di luce pulsata 500-1200nm ed i LED 633/830nm, costituiscono un approccio non ablativo alle lesioni pigmentate, mentre i laser Er:YAG e CO2 pulsati permettono una perfetta ablazione epidermica senza danni sul derma, e quindi senza rischio di alterazioni strutturali del tessuto. Alla luce della sempre maggiore richiesta da parte dei pazienti di interventi minimamente invasivi e di tempi di recupero (down time) brevi, a garanzia dell’alta selettività ed efficacia della terapia, le sorgenti di luce pulsata si sono accreditate da tempo un valido strumento alla terapia di numerose condizioni cliniche in campo medico estetico e dermatologico. Il mio protocollo prevede l’utilizzo di una piattaforma multifunzionale (v-series V30 di Sinclair), equipaggiata con tecnologia di luce pulsata a banda di 415-1200nm.

Attraverso l’utilizzo di filtri cut-off 415-530-570-580-630-755nm si selezionano bande di lunghezza d’onda specifiche, a seconda del cromoforotarget prescelto. Maggiori saranno la densità del pigmento target e il fototipo del paziente, maggiore sarà la lunghezza d’onda del filtro cut-off da selezionare. La tecnologia PCR (Pulse ConfiguRhythm) integrata permette la temporizzazione d’impulso e garantisce il trattamento efficace delle strutture target, mantenendo sempre i tempi di erogazione superiori ai tempi di rilassamento termico (TRT) delle strutture tissutali da mantenere integre, e conseguentemente di lavorare in sicurezza termica. Fototipi bassi (II-III), secondo Fitzpatrick, prevedono l’erogazione d’energia ad impulso singolo, fototipi intermedi (III-IV) a impulso multiplo, fototipi alti (IV-V) a impulso rapido. Attraverso il settaggio di fluenza (J/cm2) si raggiungono livelli di termia tissutale controllati ed efficaci all’induzione della neocollagenesi, riducendo quindi clinicamente la lassità cutanea e migliorando la skin texture. Tutti i pazienti vengono fotografati al tempo T0, utilizzando il sistema fotografico VISIA (Canfield) ed a distanza di non meno di 2 mesi dalla fine del trattamento. Nella mia esperienza, l’utilizzo del filtro cut-off 530nm è risultato particolarmente efficace in pazienti con fotoaging moderato, caratterizzato dalla presenza di iperpigmentazioni benigne (lentigo solari), di teleangectasie di piccolo medio calibro a livello rinozigomatico, e di ingrossamento moderato della skin texture ed eventuale elastosi inziale.

Oltre a raggiungere livelli di assorbimento melanico altamente efficaci, la lunghezza d’onda 530nm intercetta il picco alto di assorbimento dell’emoglobina, e quindi ottiene la normalizzazione della componente vascolare in casi di rosacea e couperose. La cura post trattamento prevede l’utilizzo di prodotti topici lenitivi con fattore di fotoprotezione SPF50+, quest’ultima da raccomandare sempre. Nella maggior parte dei casi, una sola applicazione risulta risolutiva a raggiungere la normalizzazione della pigmentazione cutanea delle aree trattate (viso, collo, decolleté e mani). Il mio consiglio è di effettuare i trattamenti con laser e sorgenti luminose sulle aree fotoesposte preferibilmente durante le stagioni meno soleggiate dell’anno.

Dr. Florian C. Heydecker

Medico Estetico Direttore Dermo Laser Clinic, Vimercate (MB) Docente Scuola di Laserterapia e di Medicina Estetica Agorà, Milano